“Per alcuni sono solo vecchi sassi, per altri una breccia nel muro della Storia che permette di guardare indietro e ricostruire la vita e lo splendore di imperi passati.”
Parliamo dei siti archeologici, l’argomento del nuovo appuntamento con Il Senso dei Miei Viaggi, lanciato da Monica del blog Viaggi e Baci, che ogni mese ci fa riflettere insieme su un particolare aspetto dei nostri viaggi, facendoci conoscere nuovi luoghi, usanze, colori e sapori. Partecipo molto volentieri perchè mi piace andare alla ricerca delle testimonianze del passato, e perchè vorrei farvi conoscere alcuni siti storici veramente poco noti, situati nell’area dei Caraibi. In queste isole, frequentate soprattutto per il sole e il mare da noialtri “turisti”, ci sono anche tracce del passato da scoprire, che ci fanno capire qualcosa di più della storia più recente di questi luoghi, strettamente legata alla conquista delle Americhe, a vicende di pirateria ed a quel commercio infame che prende il nome di tratta degli schiavi.
Per primo, vorrei parlarvi dello Chateau Dubuc: un luogo dove storia e leggenda s’intrecciano. Siamo sulla costa nord orientale dell’isola della Martinica, nelle Piccole Antille e sicuramente è un fatto singolare quello di trovare le rovine di un castello del 1700 in una location come questa! Recentemente restaurato (io l’ho visitato nel 2010) si trova in magnifica posizione isolata e panoramica nella penisola de La Caravelle, con una spettacolare vista sulla baia du Tresor.
Anche se non rimane più molto dell’antico edificio, è impressionante osservare lo spessore dei resti delle mura della casa padronale, realizzate in pietra vulcanica e corallo; la proprietà però è molto grande e ci sono da vedere anche le rovine degli essiccatoi, di un mulino, dello zuccherificio, insomma tutti gli elementi tipici dei poderi coloniali dell’epoca. In più, un piccolo museo è stato allestito per illustrare la storia della famiglia e del castello.
La storia di questo edificio ci narra delle vicende dell’avventuriero Pierre Dubuc, originario della Normandia. Questo signore, dopo aver partecipato a varie spedizioni e guerre nelle Antille per cacciare i poveri ultimi indiani caribi dalle isole, venne ricompensato con un titolo nobiliare e con questa proprietà. Quindi la sua famiglia s’insediò qui ed aprì una immensa piantagione interamente destinata alla coltivazione della canna da zucchero.
É a questo punto che storia e leggenda si mescolano, si narra infatti che i maggiori proventi della ricca famiglia venissero non tanto dall’attività agricola ma da quella di pirateria.. grandi falò venivano accesi appositamente sulla spiaggia del Tresor, situata ai piedi del castello, per disorientare le navi in navigazione notturna e farle naufragare.. un modo astuto e facile per depredare una nave ed appropriarsi del suo carico!
Rimaniamo nell’area caraibica delle Piccole Antille, ma spostiamoci questa volta nella piccola isola di Marie-Galante, che fa parte dell’arcipelago della Guadalupa, un luogo che io adoro.
A Marie-Galante si trova l’Habitation Murat, o Château Murat, un antico podere coloniale dell’inizio del XIX secolo. Anche qui siamo di fronte alla storia di una famiglia che decide di tentare l’avventura sfruttando il commercio degli schiavi, e nel 1770 s’insedia su questo appezzamento di terra vicino al mare (attualmente si trova tra gli abitati di Capesterre e Grand-Bourg).
Visitando i resti dell’abitazione e dello zuccherificio ci si può immaginare quali fossero le condizioni di vita in cui lavoravano centinaia di schiavi, tra la piantagione di canna da zucchero e la proprietà padronale... Ci sono anche il mulino, i resti della fornace, e la casa padronale che letteralmente domina dall’alto tutto la proprietà. Per il terzo luogo di cui vi vorrei raccontare, rimaniamo sempre nei Caraibi ma ci spostiamo nell’arcipelago delle Bahamas. Siamo ad Exuma, una piccola ed assolata isola a sud di Miami; qui il maggior motivo di attrazione per noi turisti sono il mare e le spiagge, ma ci sono anche alcune testimonianze storiche del passato.
Poco distante da Forbes Hill, nel sud di Exuma, si trovano le Tombe di Rolletown, tre semplicissime tombe in pietra: qui sono tumulati padre, madre e bimbo, uno in fila dietro l’altro; la tomba più grande con una lapide è quella della giovane madre, morta appena ventiseienne, a fianco quella del figlioletto e dietro quella del padre. Si tratta della famiglia McKay, una giovane famiglia di coloni inglesi vissuta qui alla fine del 1700.
Questo luogo mi ha stretto il cuore: l’impressione è stata quella di una desolazione totale e mi sono ritrovata a riflettere su quanto dovesse essere dura la vita su questo lembo di terra in quell’epoca. Noi oggi che veniamo qua da visitatori solo per il sole e le spiagge, fatichiamo a capire quello che doveva essere stato in passato vivere in un luogo così sperduto e povero di risorse.
Bene, sono riuscita a raccontarvi queste tre piccole storie, diverse tra loro ma con un minimo comune denominatore, quello di esseri umani che partono lasciando tutto per andare alla ricerca di fortuna e di una nuova vita, molto lontano dalla propria terra d’origine; queste storie s’intrecciano in queste isole con quelle di altrettanti esseri umani, portati qui invece contro la loro volontà, strappati a dei luoghi dai quali invece non avevano nessuna intenzione di separarsi.
É un’aspetto difficile e doloroso della nostra storia “moderna”, inaugurata da Cristoforo Colombo con la scoperta delle Americhe, una storia di nuove opportunità per molte persone, costruita però molto spesso alle spalle del dolore altrui. A questa storia ho iniziato ad appassionarmi da quando mi reco nei Caraibi, e questo è anche uno dei motivi per cui desidero sempre ritornare in questi luoghi, non solo per la magnifica natura e le spiagge, ma anche per la toccante storia che hanno da raccontarmi.
Se volete partecipare anche voi all’iniziativa Le Pietre dei Miei Viaggi, leggete come fare sul blog di Monica, avete tempo fino al 5 novembre per raccontarci delle “pietre dei vostri viaggi”.
Volete saperne qualcosa di più su questi luoghi? leggete i miei diari di viaggio: viaggio in Martinica, viaggio a Marie-Galante, viaggio a Exuma.
Ottimo lavoro Claudia! Hai colto in pieno il senso della domanda lanciata questa mattina su FB. Come sempre amo scoprire luoghi nuovi e speravo proprio che dall’America uscisse qualcosa di diverso dalle piramidi Maya, anche se mi piacerebbe mettere sul sito qualcosa di questa bellissima civiltà.
Grazie infinite per aver partecipato, so che non era una giornata facilissima 😉
Post interessantissimo cara Claudia. E grazie a Monica per le sue iniziative sempre intelligenti. Mi piacerebbe participare anche a questo giro…Posso? 🙂
Grazie per questo post interessantissimo. E che invidia per i tuoi bei viaggi!
Un bel post! Sto spiegando ora in classe l’argomento della scoperta dell’America ed è giusto mettere in luce gli aspetti positivi e negativi, le ombre di questa straordinaria impresa di esplorazione e conoscenza che ha cambiato la nostra storia!
Grazie per i vostri commenti, viaggiatrice schizofrenica corri a partecipare! Ciao 🙂
che meraviglia!
Claudia, incredibile come anche dietro le mete più turistiche si nascondano dettagli e storie affascinanti. Ecco la vera differenza tra viaggio e vacanza. Grazie!!
Caraibi, non solo mare! Quante cose si possono imparare con i vostri post! Grazie Olga
É proprio così, ogni meta può avere molto sorprese da riservare se siamo disposti a guardare un poco oltre i soliti luoghi comuni.. grazie per i vostri commenti! 🙂